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Le energie rinnovabili danno lavoro a 11 milioni di persone

Le energie rinnovabili danno lavoro a 11 milioni di persone nel mondo. Questo l’ultimo dato aggiornato sull’occupazione verde in campo energetico, parte dell’Annual Review redatto dall’Agenzia internazionale IRENA.

Il documento – presentato ieri ad Abu Dhabi da Francesco La Camera, direttore generale dell’ente  – mette in luce un aspetto forse poco conosciuto della relazione lavoro-energia pulita: nonostante le installazioni abbiano tirato il freno nei principali mercati, Cina in primis, i green jobs in questo settore sono cresciuti ai massimi livelli.

Una tendenza spiegata così da La Camera “Al di là degli obiettivi climatici, i governi stanno dando la priorità alle energie rinnovabili come motore di una crescita economica a basse emissioni in riconoscimento delle numerose opportunità di occupazione create dalla transizione verso le energie rinnovabili […] Con l’aumento della trasformazione energetica globale, questa dimensione occupazionale rafforza l’aspetto sociale dello sviluppo sostenibile e fornisce un’altra ragione per cui i paesi si impegnano a favore delle rinnovabili”.

Dal report emerge un elemento interessante, ossia come la diversificazione della filiera rinnovabile stia cambiando l’impronta geografica del settore. Fino a ieri, le industrie energetiche verdi erano rimaste relativamente concentrate in una manciata di mercati importanti, come la Cina, gli Stati Uniti e l’Unione europea. Oggi, tuttavia, i paesi dell’Est e del Sud-Est asiatico, come India, Malaysia, Tailandia e Vietnam, stanno acquistando un peso maggiore come esportatori di pannelli solari fotovoltaici. Questa forte ridistribuzione dell’industria solare ha permesso all’Asia di mantenere una quota del 60% nell’occupazione rinnovabile a livello globale.

Nel dettaglio nel 2018, l’occupazione fotovoltaica si è espansa in India, nel Sud-est asiatico e in Brasile, mentre Cina, Stati Uniti, Giappone e Unione europea hanno perso posti di lavoro. L’occupazione eolica supporta invece 1,2 milioni di posti di lavoro nel mondo: i lavori si concentrano soprattutto in Europa e Cina ma i mercati statunitensi e del Nord Africa hanno iniziato a convertire l’esperienza acquisita in petrolio e gas in attività eoliche offshore. Lo scorso anno sono anche cresciuti i posti di lavoro nei biocarburanti (a quota 2,1 milioni) con Brasile, Colombia e Sud-Est asiatico in grado di vantare catene di approvvigionamento ad alta intensità di manodopera.

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